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La buona comunicazione passa dal sapere ascoltare

3 anni ago Giancattini Blog 0
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In un mondo di comunicazioni sempre più veloci ed interconnesse spesso si perde di vista l’orientamento ed il fine di tutta questa comunicazione, capita che avendo oggi grande possibilità di esprimersi ci sia una corsa ad una comunicazione invasiva e di massa che però non presta attenzione ad uno degli elementi basilari della stessa. Oggi voglio parlarti del saper ascoltare, perché non esiste conversazione senza la capacità di immedesimarsi nell’altro, senza ascolto faremmo solo degli inutili soliloqui che non porterebbero a nulla.

La comunicazione passa per l’arte di saper ascoltare

Quando si parla di comunicazione, si pensa sempre che la cosa più importante sia sapersi esprimere. Ma non è così. L’arte più sottile e preziosa è saper ascoltare. Questo è vero in qualsiasi forma di comunicazione, anche se apparentemente non è un dialogo. Mentre scrivo queste pagine sto cercando di ascoltare – per immaginare che cosa penserà chi legge, per ricordare ciò che ho imparato da chi ha letto altre cose che ho scritto e mi ha aiutato a renderle più chiare. Un libro che nessuno legge (o che nessuno trova utile o interessante) è solo un mucchio di carta sporco di inchiostro.

La necessità di ascoltare è più immediatamente rilevante quando si tratta di comunicazione interattiva. È importante in ogni dialogo, ma soprattutto in rete – anche se i nostri interlocutori sono invisibili e in alcune situazioni non sappiamo chi sono (per esempio quando siamo in un’area di dialogo collettivo di cui non conosciamo tutti i partecipanti). Naturalmente “ascoltare” non significa usare solo l’udito; ma capire ciò che gli altri dicono e quali sono le loro intenzioni. Anche quando la comunicazione si trasmette con parole scritte anziché a voce. E proprio perché non vediamo le altre persone (e non possono correggerci subito, con una parola a con un gesto, se le capiamo male) dobbiamo essere particolarmente attenti nell’ascoltare e capire.

Il mondo è pieno di persone che ascoltano soprattutto se stesse. Di solito, se non sanno capire gli altri, non hanno neppure una percezione chiara del loro gonfiato ma confuso IO. Passano tutta la vita a coltivare un sé immaginario, che cercano di imporre al prossimo. Il problema è che spesso ci riescono, perché c’è anche nella natura umana il desiderio di essere seguaci, di accodarsi a qualcun altro; e chi parla più forte ha ragione, anche se non sa quello che sta dicendo. Il risultato è che si può coesistere, perfino convivere, senza mai capirsi o avere alcuna vera comunicazione

Partiamo da un presupposto, in rete, ogni cosa che accade è comunicazione. Prima di pensare a ciò che possiamo dire o scrivere, l’importante è saper ascoltare e capire. Chi vuole comunicarci qualcosa e perché? Siamo sicuri di aver capito bene le sue intenzioni e ciò che sta cercando di dirci? Non è una fatica, né uno sforzo, se abbiamo un atteggiamento disposto ad ascoltare. Diventa facilmente un istinto, un modo di essere. Ed è molto più interessante capire, sentire il valore e il senso della comunicazione che limitarci al significato superficiale delle parole.

Ascoltare vuol dire, prima di tutto, mettersi nei panni degli altri. Capire le cose dal loro punto di vista. Ma si tratta anche di percepire ciò che forse un’altra persona non aveva intenzione di dirci, ma involontariamente trasmette con il suo stile, il suo comportamento, il suo modo di esprimersi. Il tono di voce si può chiaramente percepire anche in un messaggio scritto. In rete cadono (o almeno si attenuano) i ruoli, le posizioni, le gerarchie. Si crea con sorprendente facilità una confidenza che non è sempre facile in un incontro fisico. Ma se non sappiamo ascoltare c’è il rischio che anche in rete ci sia solo una serie di soliloqui, un “dialogo fra sordi”.

Riassumendo

Il dizionario definisce così la parola “ascoltare”: «Trattenersi volontariamente e attentamente a udire, prestare la propria attenzione o partecipazione a qualcuno o qualcosa in quanto informazione o motivo di riflessione». Certo… non tutto quello che sentiamo dire, non tutto quello che leggiamo merita di essere capito e approfondito. Ma ci vuole qualcosa di più di un buon orecchio per cogliere i segnali interessanti che spesso non sono dove ce li aspettavamo. Se entriamo in un dialogo, in uno scambio, abbiamo scarse probabilità di farci capire (e di essere ascoltati) se prima non abbiamo saputo ascoltare con attenzione e partecipazione. Dice Karl Menninger: «Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere». Ora non mi rimane che salutarti ed invitarti a lasciare un commento qui sotto oppure sui social, sono curioso di ascoltare il tuo parere in merito.

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Giancattini

Sono un Comunity Manager e Social Media Manager per aziende, enti, organizzazioni e professionisti. Organizzo e gestisco strategie di comunicazione & marketinge piani di Brand identity.

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